martedì 24 maggio 2011

MASCHERA


Origine del nome
Incerto l'etimo della parola: una prima ipotesi lo vorrebbe di origine preindoeuropea, da masca («fuliggine, fantasma nero»). Una seconda ipotesi, non incompatibile con la prima, lo deriverebbe dal latino tardo e medievale màscastrega (significato in cui è attestato nell'editto di Rotari: «strigam, quod est Masca»), tuttora utilizzato in tal senso nella lingua piemontese. Si trova traccia dell'origine del termine nell'antico alto tedesco (leggi longobarde) e nel provenzale masc, stregone. Dal significato originale si giunge successivamente a quello di fantasma, larva, aspetto camuffato per incutere paura. L'evoluzione linguistica portò probabilmente all'aggiunta di una ‘r' facendo assumere al termine la forma dapprima di mascra e successivamente di mascara.
Alcuni studiosi hanno suggerito una derivazione dell'etimo dalla locuzione araba maschara o mascharat, buffonata, burla, derivante dal verbo sachira, deridere, burlare, importata nel linguaggio medievale dalle crociate. Tuttavia tale vocabolo è già presente in alcuni testi anteriori alle crociate.
Il Dizionario etimologico italiano di Carlo Battisti e Giovanni Alessio lo riconosce come relitto del sostrato pregallico, riconducibile al termine baska da cui abbiamo il verbo francese rabacher (antico francese rabaschier), fare fracasso.
Si è dunque probabilmente giunti ad una sorta di processo di assimilazione all'interno del significante 'maschera' sia dell'aspetto primordiale di 'anima cattiva' o 'defunto', sia di un aspetto goliardico e festoso.

Curiosità

Nella Venezia del medioevo, durante le pestilenze, i medici erano soliti indossare una maschera il cui lungo naso veniva riempito di spezie a un doppio scopo: in primo luogo coprire i miasmi emanati dai corpi degli appestati e secondariamente offrire una difesa, seppur debole, dal contagio per l'inalazione dell'aria. Tale oggetto viene appunto definito "maschera dello speziale".
Nell'antica Africa venivano usate maschere per nascondere il volto e rappresentare il Dio. Le maschere africane in casa, per superstizione, si accaniscono contro una persona con disgrazie malanni che la possono portare sino alla morte.
In un piccolo paese dell'Ogliastra, esattamente a Ulassai le maschere quali sa Ingrastula e is Assogadoris, nel periodo de Su Maimulu entravano nelle case per farsi invitare e lanciando la crusca in faccia ai bambini propiziavano la fortuna dei pascoli per l'anno successivo.

lunedì 16 maggio 2011

MOSTRA MAIL ART "Un libro sulla Morte"




La mail art (arte postale) è una forma artistica che usa il servizio postale come mezzo e crea un feed-back tra mittente e destinatario: si risponde in maniera artistica ad un inoltro artistico – senza questo feed-back non esiste l'arte postale.

La mail art è «una pratica artistica d'avanguardia che consiste nell'inviare per posta a uno o a più destinatari cartoline, buste, e simili, rielaborate artisticamente.»[1]
La mail art è, contemporaneamente, il messaggio spedito e il mezzo attraverso cui è spedito.
È uno dei più longevi movimenti artistici della storia.[senza fonte] Per essere precisi, una rete amorfa di Mail artisti, composta da migliaia di partecipanti provenienti da oltre cinquanta paesi, si è evoluta dagli anni ’50 agli anni ’90 a partire dall’opera di Ray Johnson, che l'ha codificata nel 1962 a sua volta influenzato da gruppi precedenti, in primis il futurismo con i collaggi postali di Ivo Pannaggi (1920), poi Dada e i contemporanei del gruppo Fluxus.[2] Una caratteristica tipica della Mail art è quella dello scambio non commerciale; la Mail art degli inizi era, in parte, una cerchia esclusiva di gallerie d’arte ed eventi che non prevedevano la presenza di una giuria. Un presupposto della Mail art è che "i mittenti ricevono", nel senso che non ci si deve aspettare di ricevere Mail art senza partecipare attivamente al movimento.
I mail-artisti solitamente si scambiano opere in forma di lettere illustrate, fanzine, timbri, buste decorate o illustrate, figurine d’artista (artist trading cards), cartoline, "francobolli d’artista" (artistamp),interviste postali e oggetti tridimensionali come – ad esempio – i 'Libri d'Artista' Artist-Book. Tra i mailartisti italiani è doveroso ricordare: Piermario CianiVittorio BaccelliEnrico BajGuglielmo Achille CavelliniVittore Baroni, Anna Boschi e Pablo Echaurren che saltuariamente ha partecipato al circuito.
Oltre all’attività dei mail-artisti informali esiste nella storia un’ampia serie di esempi creativi spediti per posta. L’esempio più familiare sono le illustrazioni sulle buste con il timbro del primo giorno di emissione, che i filatelici chiamano buste "primo giorno" (first day cover), ma i mail-artisti si occupano di un altro tipo di "lettere decorate", insieme a una vasta gamma di altri procedimenti e supporti come i timbri e la creazione di "francobolli d’artista" (Artistamp). Tradizionalmente, ma non sempre, la Mail art si distingue dalla semplice "arte spedita", arte che non sfrutta il servizio postale, ma rimane semplicemente arte spedita per posta.
I mail-artisti dichiarano che la Mail art sia iniziata quando, nella leggenda, Cleopatra spedì sé stessa a Giulio Cesare arrotolata in un tappeto (anche se questa non sarebbe stata né posta né arte). 
http://it.wikipedia.org/wiki/Mail_art

lunedì 9 maggio 2011

COLLANA BARBRIALLEN


BARBRIALLEN

Già cadevano le foglie...
presagio dell'autunno,
colpito al cuore, Sir John comprese
di amare Barbara Allen.
Mandò il suo servo giù in città
a bussare alla sua porta :
"È il mio signore che ora ti invoca
se tu sei Barbara Allen".
Lei lentamente lo segui
sino al suo capezzale,
ma quando lo vide, così pallido in volto,
disse : "Tu stai morendo".
"Sono malato, molto malato
ed è per te che soffro".
"Non farò nulla per curare il tuo cuore,
che ora pianga sangue.
Ma non ricordi, non ti ricordi
quand'ero io a cercarti
ed ebbro di vino di me tu ridevi,
sprezzando Barbara Allen".
"Non provo pena per questo tuo cuore,
che ora piange sangue".
Lui volse il capo contro il muro,
la morte alle sue spalle :
"Addio amici, addio per sempre,
mia cara Barbara Allen.
Nascondo un panno sotto il mio capo,
un pegno del mio amore,
intriso del sangue del mio povero cuore,
datelo a Barbara Allen".
Lei lentamente si girò,
lo sguardo oltre la porta :
"Sarò crudele ma devo lasciarti,
vedo la morte entrare".
Ma camminò appena un miglio,
suonava la campana,
ad ogni rintocco : "Sventura-diceva-
povera Barbara Allen!"
Suo padre allora la chiamò :
"Puoi prenderlo se l'ami"
"È tardi, padre, ormai troppo tardi,
lui giace in una bara".
Sua madre allora la chiamò :
"Puoi prenderlo se l'ami"
"È tardi, madre, ormai troppo tardi,
il mio cuore si è spezzato".
"O madre, madre preparami il letto,
che sia soffice e stretto, 
se oggi il mio cuore è morto per me,
io morirò d'amore.
O padre, padre preparami il letto,
che sia soffice e stretto,
se oggi il mio amore è morto per me, 
io morirò domani".
Barbara Allen ora riposa,
Sir John giace al suo fianco...
dal cuore di john è nata una rosa,
Barbara Allen è un rovo.
Sono cresciuti, cresciuti alti,
nel vecchio cimitero,
per sempre avvinti in un nodo d'amore,
la rosa avvolge il rovo.


sabato 7 maggio 2011

MADRE e MAMMA

 


MADRE - Dal latino mater, oltre ad essere collegato con la voce onomatopeica mamma, potrebbe derivare dal sanscrito ma (=misurare); indica colei che si preoccupa di predisporre, preparare e formare i membri della famiglia.


MAMMA  - Voce onomatopeica, deriva dalla ripetizione della sillaba ma, una delle prime sillabe emesse dal bambino entro il primo anno di vita. Questa voce ha un suono simile in tutte le lingue (mamy in inglese, maman in francese, mamà in spagnolo, ecc.).

http://www.culturaesvago.com/etimologia-famiglia