giovedì 15 settembre 2011

MURRINO....MURRINA

Il termine “Murrino” è stato coniato nel 1878 dall'abate Vincenzo Zanetti, che tanto contribuì alla rinascita della vetraria muranese dopo un lungo periodo di crisi. Zanetti adottò questo termine per definire vasi e ciotole in vetro mosaico che i Romani facevano usando sezioni di canna[1] che presentavano al loro interno, per tutta la lunghezza, disegni astratti o anche figurativi come volti, fiori e animali. Li chiamò così perché in qualche modo potevano ricordare gli oggetti che gli stessi Romani eseguivano usando la variopinta pietra murrina, che peraltro nessuno ha mai conosciuto. Da allora il termine murrino è rimasto e serve ad identificare sia le singole sezioni di canna sia l'oggetto ottenuto dalla loro composizione.
1 A Murano viene definita canna sia una bacchetta piena sia una forata, cioè una canna vera e propria. In questo caso si tratta di bacchetta.

4 commenti:

luigi bluoso ha detto...

Grazie Vania, colori così possono dare il senso di un'esistenza estremamente variopinta e vissuta in pienezza. Ciao, luigi.

Sandra M. ha detto...

Uuuuuu...che tristezza: avevo una grossa palla (un po' schiacciata, bellissima)di vetro "murrina"...chissà dov'è finita

:O(

Ambra ha detto...

Sono bellissime le murrine. Ogni volta che vado a Venezia e le vedo esposte nelle vetrine, è un piacere per i miei occhi.

Vania ha detto...

@bluoso....
...si ...l' esistenza è colorata...alle volte è NERA...ma noi passiamo oltre....sempre bisogna passare oltre....con difficoltà...non c'è dubbio.

@Sandra M....
...ma....dove sarà...!!!????
....sai quante cose che io non ricordo neppure di avere :((((....:)

@Ambra....
....si anche a me piacciono molto...non tutte .... ma è un lavoro/pezzo davvero da ammirare.
ciaoooo